venerdì 21 gennaio 2011

Piani A B C


Piano B: Bastava fare quattro rampe di scale, salire dopo aver accompagnato a scuola i figli e ogni mattina alle 9 e 25 Stefania accendeva la webcam escludendo i sabati, domeniche e di vacanza perchè Piero non sarebbe andato in ufficio.
Piano A: Serafino era pronto, attendeva Luisella che lo portasse a fare un passeggio, mentre la moka era venuta su e si prendevano un caffè insieme e si andava a tagliare le vie.
Piano C: Carlo ascoltava radiotre in quella introversa misantropia di un musicista che sente la vita passare nei tasti neri, nei be-molle/quadri.
Piano B: era la frenesia delle 9 e 21 e bisognava spingere il tasto del portatile e riprodurre “accetti webcam?”, si dava una sistemata ai capelli Stefania, perchè Matteo aveva già pulsato “accetto” e le armonie di un sorriso si radunavano. La vita appesa tra Firenze e Chievolis così come l’Arno non disegna un alveo visibile, il Meduna si inarca verso Pordenone. Stefania lo chiamava “topino mio”, Matteo “ranocchietta”. Passavano due segaioli che passarono la mattina alle slot, e passava il lattaio su una renault. Access denied, portatile catarroso, interruzione temporanea di flussi di corrente. Matteo tirò giù due bestemmie.
Pano C: Ripeteva in sequenza la tonica, la sopratonica e la mediante poi passava agli elementi della sensibile e dell’ottava. e terminava con la scala diatonica naturale in una preghiera ripetuta mentre già scolava un due terzi di rhum. Carlo si scioglieva i polsi e alzava il gomito, era concentrato sulle articolazioni superiori. Quella mattina sarebbe dovuto andare a vedere l’assessore alla cultura per tre concerti mozarthiani in provincia e non andò.
Piano A: Bisognava far salire la carrozzella sulla scivolo e Serafino era imbarazzato ogni volta che si presentava l’ascensione e che una donna lo spingesse, imbarazzato e felice perchè i capelli lunghi di Luisella mentre si chinava per far rotolare quelle folli ruote di gomma, gli sfioravano il collo. Si eccitava, ne provava sconcerto. Quando percorri la vita su un binario di pneumatici di gomma ti sembra che nulla ti sia dovuto, sei un peso e un fardello, una rottura di coglioni per tutti. Luisella era un angelo, era un ramo fiorito di pesco, illuminato dal maggio.
Piano B: “Matteo ieri per me è stato il calvario, non averti sentito ti rendi conto? ti rendi conto quanto sei importante per me?”. “Ranocchietta ieri ho pianto”. Si facevano le smorfiette di contrabbando. Giocavano a mettere le bocche sui monitor come due imbecilli. Erano felici. “Cosa potrei fare per te mi Matteo? oggi mi taglio un bocciolo di capelli e te li mando”.

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