venerdì 26 agosto 2011

Living colours


L’immaginazione fa male. Una serie perversa di incroci quasi infinita. Così disse Paola mentre saltellava sulle maioliche azzurre del bagno con un compasso da ramarro. Luciano nell’altra stanza versava il burro sul pane e metteva i pensieri in ordine con metodo. Spalmava il caffè sul latte, caffè caldo su latte freddo, rigorosamente. Quella mattina iniziava come tutte le altre, con i rumori di ringhiera e la sovrapposizione delle onde elettromagnetiche. Fanculo mondo fa Angela che divideva la stanza con Paoletta e studiavano insieme ozi trigonometrici. Mangiamo insieme? No ho lezione e poi vedo quello sgorbietto di Stefania dice Luciano, oramai vestito e si allaccia i mocassini è un cretino. Si divideva il pane malvolentieri all’ostello dello studente, l’ombra dei platani oscurava quei pensierini di stronzetti e stronzette. Quando Angela restò incinta si fece a sorte per chi fosse il padre, poi si riprese a giocare con le freccette  c’era la faccia di spadolini da crivellare. Era impossibile capire quello sguardo, quando Roberto ammise la paternità si prese una birra da pochi spicci e la madre di qualcuno aveva fatto una torta. Angela disse che lo teneva, tenebre negli occhi. Il gioco era prendere lo statino e ci si metteva il volto da soli per qualunque cosa. Chi scopa meglio? Luciano mise 28 e fu scopatore per acclamazione e chi rifà meglio la cucina? Stefania si mise 24 e per acclamazione. Bagliori e odori. Quando la misericordia volge le spalle puoi prendere lo sballo come una scommessa e giocare col tamburo gelato della roulette russa. Poi capisci che fai male ma è tardi e la gastroscopia ti dice "inculati". E’ tardi, disfi le valige con lo sguardo involontario ti guardi mi accarezzi e vieni a stare da me. Nella notte che profuma di stuoie e di miele disperato.


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