martedì 16 novembre 2010

La morte di Pasolini (nel corpo di un poeta)


Nulla può restare
di una volgare esecuzione
quali siano i bastoni a togliere
il fiato non importa
un agguato fascista
un agguato di stato
crocifisse lo iato
che divide
la pietà dal mondo
ciò che è diverso è sempre meraviglia
ciò che è meraviglia vive oggi
nella libertà di agire i pensieri
senza smettere di pulsare
umanità e misericordia
di chi sa ricordare e resiste
come una rotativa tipografica
come quell’ansia creativa
che ci determina migliori
nulla importa se all’idroscalo di ostia
sparì l’uomo
ogni assassino muore mentre
soffoca la vita
e quella morte la sconta
nel quotidiano dipingere
nel volto una carezza
a un figlio
non ricevendone indietro dignità
uccidendo si è irrimediabilmente sventrato
inutilmente la ferocia
gli torna nelle braccia
a coccolarne il tormento
e... il visionario invece esiste
è oltre la sua carne
oltre la sua tara di muscoli e pensieri
e in quelle scritte sulla lapidi ti immergi
in quella sepoltura semplice
trovi la speranza di un paese civile
che può condividere e credere
nella luce
nel corpo di un poeta

2 commenti:

  1. Mi hai nuovamente commosso!! Parole favolose, emozioni intense in queste parole. Per non dimenticare.
    Grazie Angelo!

    Massimo

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  2. immaginavo ke sarebbe stata bella.....
    ma non COSI' BELLA!!.......

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