domenica 17 ottobre 2010

Pipa mi dici


Io ti ho capito. ho accolto le tue lacrime lasciandole scivolare sul mio corpo. intridere le mie fibre. divenire mie lacrime. le tue mani mi hanno chiesto calore. mani nervose, mani che mi hanno percosso come un tamburello di pelle grinza di zebù. io ti ho lasciato fare. ho anelato i tuoi maltrattamenti e la tua cura come docilissima ancella. mi hai dato l'amaro sangue della tua saliva, le tue labbra ho fatto mie, labbra disperate, labbra in preda alla follìa di un tango ipnotico. abbandonata, silenziosa dentro ogni tuo abbandono. osservarti a osservarmi, la mia vanità. sfidare me stessa per non supplicarti di non desiderarmi unica concubina. la mia vita vive nel tuo pantheon animista, nel tuo dolcissimo immaginarmi la tua fiamma sacra.
Come una melodia, come un ricordo, come una pasticca di roipnol, come dolorosissima assenza, come un bicchiere di latte e orzata, siamo stati la stessa angoscia. solitudini che uccidono abbiamo fatto pascolare nel lillà dei campi disperati. dispersi dentro inattuabili quotidionità che credevamo di meritare.

1 commento:

  1. Meravigliosa...struggente...
    Complimenti Angelo, sei riuscito ancora una volta ad emozionarmi. Tantissimo.

    Massimo

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