sabato 15 settembre 2018

"Il frutto e il vischio"




al mio pesciolino d’argento
regalo
le mie note a margine
e le chiose
vagabonde cannibali
di carte e come te
al buio
inseguo pianissimo
le parole senza inchiostro
dilavate
scomparse
parole ammazzate
nel sacco a pelo
piccolo riflesso lucifago
le parole che prendi  e scappi
nella dissolvenza e non ti inseguo
ed ho il tuo specchio
d’argento e transitorio
come nel vento
la tua carne d’avorio





giovedì 23 ottobre 2014

Grammi

Istantaneamente
e la carezza piega
quella parte di te
che inutilmente
lasci
c’è da fare
c’è da amare
e ogni fiore esiste
nel miracolo emergente
istantaneamente
e la vita ricorda
un appunto di sigaro
un pugno di tabacco
e c’è da fare
c’è da sistemare
e ogni lacrima esiste
a illuminare il giorno
inseguendo
tracce di te
nelle mie tracce
polpastrelli
d’inchiostro giallo
il calco dei contorni
asciugati
col respiro
scoloriti e tenaci
di quando mi girava
la testa e avevo
i tuoi occhi
come doloroso
e ultimo scalo
come un indugio
nella sospensione del panorama
un viavai solido
come parole e urla
e poni la materia
come un nodo
e t’accorgi di volere
ciò che non ha peso
ciò che all’amor
è atteso

mercoledì 1 ottobre 2014

La sposa

Bimbo mio
bicchieri infrangibili
a sto cazzo
contiene 4 flaconi
quel vestito ricamato
di una sposa scucita
raggomitolata e stesa
ed è così insolente
vivere
raccolte indifferenziate
nel supplizio
quotidiano e lei ubriaca
picchiata
donatrice di una vita
imperdonabile

martedì 4 marzo 2014

Graffi



Graffiami con gli occhi

con le unghie

l’amore non ha pietà

del desiderio della tua impronta

da tigre o da micina

riconoscerò il tuo valore

di samurai

ogni istante che

mi strofinerai la bocca

rigami la schiena

con una lama sottile

l’amore ha segni definiti

ardimento estasi

un indecifrabile

pantheon degli istinti

domenica 9 febbraio 2014

17 anni

Ovviamente mi piaceva sentirti raccontare dei tuoi baci ad un ragazzo e tu nascosto dietro plexiglas e scalinetto coperti da un manifesto di scuola di ballo le foglie marinavano fermava il bus e scendevo metallo senza i rintocchi di una campana e parlare guardando in terra sacramenti riprodotti parlati sottovoce o squarciagola si arrivava cinquanta metri prima del cancello la notte prima ubriacature e discussione su anarchici francesi rifugiati e borghesi ovviamente mi piaceva quello è uno stronzo ha le bose lo senti che cazzo di suono cazzo fa li incula i soldi i dolci sogni son fatti di questo dipingimi di nero tu mettevi i violent femmes simulavamo il furto dell’amore tenebre di 17 anni

venerdì 15 novembre 2013

Qui

come non piega la virgola gli occhi al plotone d’esecuzione c’è una forma estrema di scomparsa no non vorrei nessuno alla mia umana esequie la vorrei così sangue dalla bocca come una puttana freddata nei campi la fine di ogni poeta come non piega il sentiero lo spinone che ritrova la cucciolata vagabonda c’è una forma estrema di geometrie involontarie rantola ancora bava alla bocca dice stavo per dirtelo

martedì 3 settembre 2013

L'apneista


La corolla di candore
aperta e
dubbiosa mattina
di settembre
freno tirato
cavolaie che sciamano
sui disturbi mentali
diseguali
appiccica al cruscotto
i fiori della salvia
dalla bocca che spalanca
alla rugiada di me
alla sindrome del malincuore
alla nausea dolciastra
freno disciolto
con le ali si spostano
sui disturbi mentali
diseguali

venerdì 9 agosto 2013

Nijinsky



No tu non scendi
tu neanche
io si
allora ragionate
fate il terreno
per tre destini
ed uno è il mio
cumuli di merda
concime
domani non lo so
e vedo un filo comune
in questa differenza
signora permette
un ballo
ma certo con piacere
mio signore benedetto
latrati di cortesia
mi recindo le vene
con la follia di nijinsky
mi recindo il sorriso
come un cristo ultra-domato
piangevo stavo male
non mi conveniva

giovedì 18 luglio 2013

Debutto



La linea
lo seguiva
cerchi di fumo
una danza
stanchezza un garage
le pasticche già fatte
la linea
lo seguiva
c’era un laccio
c’era la madonnina
benedetta
guardando intorno
all’ altezza
dei tubi di scarico
aggirando le stelle
restava una impronta
dei gessetti
delimitavano solo
il perimetro
di un uomo
solo e nervoso
solo e impaurito
scelse il debutto
scalfendo
i violini
urlando accovacciato