martedì 5 giugno 2012

La Rondine (e il lucernario della stalla)


Non ho portato acqua
se non per dissetarti
la bocca
attendendo una moschetta
dalla recinzione di legno
sublimare il cibo
impastarlo e renderlo solubile
al tuo beccuccio emergente
dal fango e lo sai
quanti voli per farti un alloggio
accogliente il vento tra le ali
la polvere in bocca
e quanta amore per
vederti uscire da quell’ astuccio
calcareo lucido sublime
e sei nato tu subito affamato
adoravo vederti affacciato
nello scalpitio delle mucche
attendere il mio ritorno
dipingendo il lucernario della stalla
 non dovendo urlare per consegnarti
quella parte di me a te affidata
ora sono felice e piango
ogni goccia di luce
nei tuoi voli leggeri da rondine
grande e grossa e tu lo sai
ti metti vicino a me sul filo elettrico
per osservare di sotto e mi tocchi
riempiendo di carezze e di sguardi
voli e subito ritorni
dolcezza impertinente

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