sabato 26 maggio 2012

La cerimonia del tabacco








E’ finita la cerimonia del burro, finita la cerimonia delle scatolette verdi del the, ha inizio il sabba del tabacco. Sequela di barattoli da scegliere, quello di finta pelle regalato in articulo mortis, quello di sughero scovato nel vimini del tutto a un euro, quello bormielli per sottacetume vario, quello di ceramica costoso come un regalo superfluo. Sapeva individuare. E l’unica cosa che in fondo la interessasse veramente era comandare e per così poco lasci fare senza smorfie. Il tabacco è medioorientale e americano, oppure africano o francese e odora di ermetismi cosmopoliti. Ti trattiene. Hai il pollice un pò ustionato per la precedente pipatura, farfugli e cerchi come un mendicante perchè  ami quelli sfusi, quelli in cui il catrame aderisce fradiciando la plastica. Poi pensi su quale padella costruire l’incantesimo orgasmico e selezioni a caso non la più bella ma la più curva, la più fottutamente diselegante. Ed inizi e sai mescolare i polpastrelli alle striscioline e non è un gioco da ragazzi. Suona N. Young. Peterson vera d’argento, come un fidanzamento bimestrale. Oppure prendi un panetto e lo devisceri in listelli ineguali e sfrangiati in plisset. Ora inumidisci tra le dita di casa la tua solitudine e non sei ancora pronto ad accendere. Frigolano i gatti, si inseguono, fanno i finti morti, si accarezzano, si graffiano, soffiano. Sei su un vascello disossato a largo del baltico tedesco e ti sei lasciato tutto indietro. A bordo hai sei pipe e nugoli di arrovellamenti frangono la prua. Schizofrenia. La scrivania è sporca, non hai altro che distogliere la realtà dai tuoi punti di vista e disoggettivare ogni effettività. Sai raccontarla la tua vita a quelle nuvole, come una confidenza lasciata ad un amico, maneggi virginia, latakia, sputi sugli orientali e vaiaffanculo con un acendino bic. Ora puoi donare un mantra ai tuoi respiri, disperderti in quella dispersione di fumo, provare quel senso di bruciato che ti inzuppa il naso e la gola, pigiando la pedaliera a stantuffo o leccando un bocchino in corno di gazzella. Sei scelto per compiere la liturgia, la cerimonia. I gatti hanno finito per desistere, sono tre distesi asimmetrici sull’erba e immobili e azzurrini.

Nessun commento:

Posta un commento