E’ finita la cerimonia del burro,
finita la cerimonia delle scatolette verdi del the, ha inizio il sabba del
tabacco. Sequela di barattoli da scegliere, quello di finta pelle regalato in
articulo mortis, quello di sughero scovato nel vimini del tutto a un euro,
quello bormielli per sottacetume vario, quello di ceramica costoso come un
regalo superfluo. Sapeva individuare. E l’unica cosa che in fondo la interessasse
veramente era comandare e per così poco lasci fare senza smorfie. Il tabacco è
medioorientale e americano, oppure africano o francese e odora di ermetismi
cosmopoliti. Ti trattiene. Hai il pollice un pò ustionato per la precedente
pipatura, farfugli e cerchi come un mendicante perchè ami quelli sfusi, quelli in cui il catrame
aderisce fradiciando la plastica. Poi pensi su quale padella costruire l’incantesimo
orgasmico e selezioni a caso non la più bella ma la più curva, la più
fottutamente diselegante. Ed inizi e sai mescolare i polpastrelli alle
striscioline e non è un gioco da ragazzi. Suona N. Young. Peterson vera
d’argento, come un fidanzamento bimestrale. Oppure prendi un panetto e lo
devisceri in listelli ineguali e sfrangiati in plisset. Ora inumidisci tra le
dita di casa la tua solitudine e non sei ancora pronto ad accendere. Frigolano
i gatti, si inseguono, fanno i finti morti, si accarezzano, si graffiano,
soffiano. Sei su un vascello disossato a largo del baltico tedesco e ti sei
lasciato tutto indietro. A bordo hai sei pipe e nugoli di arrovellamenti
frangono la prua. Schizofrenia. La scrivania è sporca, non hai altro che distogliere la
realtà dai tuoi punti di vista e disoggettivare ogni effettività. Sai
raccontarla la tua vita a quelle nuvole, come una confidenza lasciata ad un
amico, maneggi virginia, latakia, sputi sugli orientali e vaiaffanculo con un
acendino bic. Ora puoi donare un mantra ai tuoi respiri, disperderti in quella
dispersione di fumo, provare quel senso di bruciato che ti inzuppa il naso e la
gola, pigiando la pedaliera a stantuffo o leccando un bocchino in corno di
gazzella. Sei scelto per compiere la liturgia, la cerimonia. I gatti hanno
finito per desistere, sono tre distesi asimmetrici sull’erba e immobili e
azzurrini.
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