mercoledì 28 dicembre 2011

E' solo stanchezza



E’ solo stanchezza. Provava a ripeterselo e le languide foglie dei tigli folgoravano la via stretta in un bagliore del solo svicolo. Poi il cono di luce terminava ed entravi nel ventre buio. E’ fatta così la città come un sistema arterioso, un convergere alla strettoia del centro. Stefano invece era una piccola vena, sangue di esplosione periferica. Centro di articoli Buffetti, pellicceria, neon, faretti blu-rossi, articoli moda, compro-oro. Non aveva visto un cazzo sfiorandoli con il corpo, il suo passo era lento, sbieco ma in qualche misura deciso. E’ solo stanchezza. Avrò chiuso il gas, fottuti lacci mi si impigliano, togliti dai piedi gatto. A cosa serve amore domandava, per me è stata una specie di farsa e dio quindi non può esistere. Tese le braccia avanti e lo avresti dato per matto, ma il suo era un abbraccio disperato. La sera prima aveva preso parte alla sua ultima cena quasi di gala, si voltò di scatto e uno di voi mi tradirà, la birra era irlandese ma non valeva nulla, ricordava solo questo oltre al freddo alla schiena di un gioco che conosceva troppo bene per non esserne l’unico satrapo.
Ciondolava con troppo dolore addosso. E’ solo stanchezza. Il tragitto era breve in macchina e dal ventricolo portava ad una strada senza uscita di fronte a un campo d’erba bassa, passava la ferrovia, un viadotto ed eri a destinazione. Ora poteva entrare e si chiese se la sua vita avesse prodotto felicità in qualcuno. Non si rispose, rise. E’ solo stanchezza. Una settimana dopo qualcuno aveva dato allarme e dalla camionetta scendevano poliziotti e cani pieni di lentezza e olfatto. Dal miracolo sbocciato delle primule, dal laghetto dove respiravano i tritoni scoccando la testa dai ranuncoli, nulla. Stefano conosceva, nel fondo capovolto di una piramide vulcanica, l’ombra opaca che intendeva celare, scomparendo in una vita da volpe, disegnata acquerello, scorcio di terra fuori dal controllo degli uomini e nel dominio delle malve. Non era come morire, era un sorriso ad una nuova parte di sé. Non si seppe altro se non la poesia di non averlo più incontrato in un batter di ciglia, nella porporina sollevata dall’incidente delle ali di due farfalle.

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