giovedì 10 novembre 2011

Omicidio e il suono di Mantegna



Così decisi di prendere un killer per te, farti fuori e mi costò parecchio. Era uno stronzo camorrista che voleva mezzo subito, mezzo a corpo frantumato. Lo pagai cash. L’amore fu racchiuso in un grumo di metalli e in una scatolina di legno comprata ad alghero, intarsiata alla cazzo. Conta solo il denaro. Bagnai le impronte nelle felci facendo balzi di gioia e intorno quel corpo deposto e doloroso. Ora eravamo l’impero del nulla, entrambi pagati con la stessa moneta e uccisi. Io potevo guardarti tu no, unica differenza. Rifeci la tua valigia come per accompagnare la tua bellezza disfatta in un giardino di sogno e lacrime. Rassettai casa come facevi tu e prima di consegnarmi alla pula volevo far ordine ai pensieri. Noi. Tu iperattiva, io pigro e guardo ora la tua pigrizia imposta da tre revolverate. Assoluto. C’era molto spazio in soggiorno, ordinai le penne del barbagianni a fare una corolla che potesse difenderti. Mi faccio un caffè o no? Si. Una sola tazzina e un sottopiatto, un cucchiaino. Lo ricordi quella volta che ti dissi ma chi cazzo ti ha detto di smettere di baciarmi, come in un gioco che si fa a letto ed eravamo alla coop tra le schermaglie dei carrelli, ti toccavo il culo, fisso. E tu ridevi. Nelle file dei pettirossi, nella paura, in quello stormo di oche che trascinavano la folla, pellegrinaggio in D.D.R. Ora e ancora passerò il resto di una vita in pochi metri di cella, cercherò il muschio nell’inferriata a croce. La via dei suoni sarà il mio supplizio, lo accetto. Hai messo le mutandine che mi piacciono tanto amore? Dicesti si con la testa in quel paradiso retrattile, io non mi sono lavato, scusami. Following you I climb the mountain, non ripetermelo più. Il sangue non seccava, scivolava sulle fughette delle maioliche. Ascolterò le grida delle civette penitenziarie e avrò per sempre il pensiero di te. Il pensiero dell’amore più grande. Suono il telefono, non rispondo, squilla di nuovo, vaffanculo. Chiamo io e non ricordo più se la polizia o altro, mi trasportano alla cazzo in blindato blu ed ora solo l’ovatta dei non pensieri. Chiedo solo se potrò avere i miei psicofarmaci in cella. La risposta? Vedremo.

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