venerdì 12 novembre 2010

La strada piccolissima


Così quasi svagato nelle lame
del fiume ascoltai
quel soprassalto
quel vapore
rincorrere con la bocca
gli addomi di libellule
fluorescenza che diventa
volo che resiste
all’ingiuria degli antefatti
furono sanguisughe
furono pesci elettrici
sdraiati nella nebbia come
spettri di pioppi di gennaio
masticare primavera
considerare la morte
come inconsueta parte
di quel termine circolare
vita come una minigonna
che fa autostop
e deliri mentre vomita
sulla provinciale di tuscania
in quella piazzola di sosta
con il bosco alle spalle
e il cliente in faccia
tu continui perchè non ne fai parte
l’inaccettabile sembra
non appartenerti
inerpichi malumori su sterrata
laterale
quando cala la notte
segnali alla luna
la tua voglia di sbraitare
nelle parole silenziose
come dentro una bottiglia
in cui ti credi autosufficiente
senza gli occhi di un altro
da squarciare nella luce
confondere seriamente pane e vita
e cantano e tu sai che è per te
le sirene dal pelame fulvo
dalle penne miracolose
trovi la voglia e riparti
in quella processione di ulivi
in quella samaria maremmana
in quel calvario perdonabile

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