venerdì 24 settembre 2010

L'occhione fumando



E' una calda sera di maggio a Monteromano: già da un pò i trilli flautati delle calandre hanno cessato di rallegrare l'aria, un merlo lancia un grido dalle filliree, ora le civette sono vocianti e l'allocco da lontano difende languido la sua parte della valle boscosa.

Un succiacapre vola morbido tra gli sterpi, si vede l'ampia e candida macchia alare; è un maschio che si libra, poi "zigzaga" in acrobazie spericolate a caccia di insetti volatori; si poggia sulla cima di una roverella rinsecchita dal morso delle maremmane ed inizia a emettere uno strano canto, sembra una vecchia radio che non trova la sintonia, poi più niente, un silenzio placido avvolge la notte che inizia.

traffico con gli svedesi e accendo.

Passano pochi istanti, l'isolata Sirio ora brilla quieta, poi.. da lontano si sente un canto, due note una bassa e l'altra più acuta che vengono dalla piana, il ritmo accelera, ad un tempo è minaccioso e guerresco, dall'altro è un richiamo sociale che invita all'incontro, una canzone delle sirene che mi strugge.

Le mie boccate d'Italia son lente, provo ad accordale al respiro della terra.

E' l'Occhione, il fantasma che danza sotto ai raggi della luna. In questi giorni è è indaffarato nella cova delle uova, due uova da gallina screziate da un fitto reticolo marrone. E' la femmina che lo fa maggiormente, amorevolmente, stando attentissima a non schiacciarle quando si appoggia, a riscardarle, a smuoverle delicatamente; il maschio di solito vigila nei pressi, cautamente, discretamente. All\'avvicinarsi di una volpe o di un altro scocciatore si scosta un pò, si fa vedere, mette a repentaglio la sua incolumità gentile per preservare compagna e prole, talvolta da il cambio alla partner riverendola con un inchino.

Sono a mezza carica e le spire azzurre salgono lievi come cantilene.

Mi abbasso, passano rapidi come dardi, sfiorano quasi la mia testa ed io immobile ascolto il frusciare delle ali dal mio reparo stretto di tufo. Sono sei ed anche ora nel momento più delicato del loro ciclo biologico, quando tutte le loro energie sono spente nell'investimento riproduttivo, non perdono il piacere di stare un pò insieme, di mantenere vivo un legame di gruppo.

Suggo il sapore le mie narici il mio palato sa di terra.. di incontri remotissimi.

E' il 6 giugno, mattina presto. fumo un toscano. sto sulla piana e oscillo sbilanciato dal maestrale, scavalco il fosso delle raganelle e punto verso l'asfodeleto. La femmina si invola sorpresa senza emettere versi; è il segno che ci sono i pulcini. Mi guardo svelto intorno, uso il mio metodo, scorgo tra i cardi appuntiti due esserini dalle gambe grige e sproporzionatamente lunghe: sono due piccoli di Occhione: loro con gli occhi semichiusi quasi mi osservano, io con la mano distesa quasi li sfioro.....

3 commenti:

  1. la maremma ispiratrice, al cui richiamo difficilmente ci si sottrae, attanaglia nella corrusca bellezza

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  2. dettagli della magia di un incontro speciale

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